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Perché è così difficile parlare di morte con i nostri figli preadolescenti?

Oggi voglio condividere con voi una riflessione che mi ha toccata profondamente e che, forse, potrà accendere lampadine anche in voi.

Lo ammetto: questa volta non è stato facile scegliere come parlarne, e già questo ci dice tanto sul tema che affronteremo insieme e su quanto rappresenti un grande tabù nella nostra società: la morte. Non solo ne parliamo poco, ma spesso evitiamo del tutto il discorso, quasi fosse un argomento da nascondere, soprattutto con i nostri figli preadolescenti.

Eppure, la morte fa parte della vita. E con essa, tutte le domande, i dubbi e le paure che porta con sé.


Per questo ho deciso di rompere gli indugi e di farlo io per prima, ma ho sentito il bisogno di avere accanto qualcuno di davvero speciale che mi aiutasse a trovare le parole giuste.

Una delle massime esperte in Italia su questo tema, la professoressa Ines Testoni, ordinaria di Psicologia Sociale all'Università degli Studi di Padova e direttrice del master in Death Studies & the End of Life. Con lei ho voluto riflettere su quanto sia urgente — e allo stesso tempo ancora troppo inusuale — parlare di morte proprio in famiglia e con i nostri figli che stanno vivendo una fase delicata come la preadolescenza.


Ascolta l'intervista integrale alla Professoressa Ines



fine della vita
vita che finisce

Perché ci fa paura parlare di morte?

La professoressa non ha esitazioni a rispondere a questa domanda : "Perchè come adulti temiamo di spaventare i nostri figli. Proprio come accade con la sessualità, pensiamo che evitando l’argomento lo proteggiamo, ma spesso accade l’opposto. I ragazzi, soprattutto in preadolescenza e adolescenza, iniziano a farsi domande profonde sulla vita, sul corpo, sull’amore… e sì, anche sulla morte.

Se non trovano uno spazio sicuro in famiglia o a scuola per parlare, rischiano di costruire da soli il loro pensiero, spesso popolato di fantasmi, angosce e immagini confuse."


La professoressa Testoni ci ricorda quanto sia fondamentale accompagnare i nostri figli, anziché lasciarli soli di fronte a questi interrogativi. Proprio in preadolescenza nasce la capacità di pensare in modo astratto e, con essa, la possibilità di riflettere su temi esistenziali come la perdita e la caducità della vita. Questo è dunque il nostro compito di adulti competenti, cercare in primis le parole giuste per poi offrirle ai nostri figli con grande naturalezza.


Quali sono gli errori che noi adulti dovremmo evitare?

Tra gli errori più diffusi, il più pericoloso è la cosiddetta "congiura del silenzio": fare finta che nulla sia accaduto, come se tutto potesse continuare come prima. La morte, però, è come un convitato di pietra: anche se la ignoriamo, la sua presenza resta e pesa sulle spalle di chi è coinvolto, adulti e bambini compresi.


La professoressa Ines, non ha indugi su questo: non parlare della morte:

  • impedisce ai ragazzi di dare un senso alla perdita;

  • aumenta la paura e l’angoscia;

  • impedisce l’elaborazione del lutto.


Che si tratti di un lutto in famiglia o di un evento che riguarda la classe, è importante trovare le parole giuste e offrire uno spazio di elaborazione, senza forzare, ma senza negare. Anche tra i banchi di scuola, gli insegnanti hanno un ruolo prezioso, aiutando i ragazzi a condividere e normalizzare l’esperienza del lutto. Mostrare ai nostri ragazzi anche la dimensione comunitaria come luogo per l'elaborazione delle perdite può rivelarsi una grande risorsa, soprattutto in preadolescenza e in adolescenza, quando i pari assumono un ruolo anche di base sicura.


Quali strumenti possiamo usare per accompagnare i ragazzi all'elaborazione del lutto?

Parlare di morte è si fondamentale ma per farlo noi adulti dovremmo prima riflettere sul nostro rapporto con questa dimensione. Se non sappiamo attraversare con accoglienza le emozioni che il lutto porta con sé, se abbiamo dei preconcetti o se non abbiamo ancora elaborato sufficientemente il distacco, allora forse l'unica cosa che davvero dovremmo fare è prendercene cura. Più i ragazzi sono accompagnati a dare un senso alla perdita da adulti risolti emotivamente, più cresceranno capaci di accogliere i limiti e la fragilità dell’esistenza — elementi indispensabili per costruire relazioni sane, gestire le sfide e affrontare il dolore.


Come ci ha spiegato la professoressa Testoni, l’adolescenza è il tempo in cui non possiamo più trattare la morte come una favola o un tabù (fantasmizzazione). I ragazzi hanno bisogno di strumenti per affrontare la perdita, esattamente come ne hanno per affrontare l’amore, l’amicizia, la sessualità.


La professoressa ci ha suggerito alcune vie preziose:


  • Utilizzare l’arte e la creatività: musica, disegni, fotografia, scrittura aiutano ad esprimere emozioni che a parole non sempre riusciamo a comunicare.

  • Riscoprire la spiritualità, non necessariamente in senso religioso, ma come esperienza intima di contatto con il mistero, la natura, il senso della vita.

  • Imparare a condividere: la sofferenza, quando trova uno spazio comunitario e non resta chiusa nella solitudine, diventa più sostenibile e offre possibilità di crescita.


In questo senso, anche la perdita di un animale domestico può essere un’opportunità importante per allenare i ragazzi a riconoscere il dolore della perdita e ad attraversarlo.


Una riflessione anche per noi adulti

Questa puntata è stata anche per me, come mamma e come coach, una grande occasione di riflessione. Mi sono chiesta: Quanto sto preparando i miei figli ad affrontare la realtà della morte? Quanto sto permettendo loro di entrare in relazione con la fragilità, con la perdita, con le domande che portano dentro e che magari non osano farmi?

È difficile, lo so. Ma credo che oggi abbiamo ricevuto un invito forte a non aspettare che siano solo le esperienze dolorose a educare i nostri figli, ma a farlo noi, con cura, delicatezza e verità.


Il consiglio della professoressa:

“Prima di parlare con i vostri figli di morte, fate pace con voi stessi. Andate a trovare chi non c’è più, fate un giro al cimitero, lasciate che le lacrime diventino parole. Quando vi sentirete pronti, allora anche i vostri figli sapranno che possono fidarsi di voi.”

Ines Testoni


Vuoi approfondire?

La professoressa Ines Testoni oltre ad aver pubblicato numerosi libri sul tema, è anche direttrice di 2 master che trattano il tema delle morte e che possono essere degli ottimi strumenti per chiunque di noi voglia diventare compente nell'affrontare questo passaggio della vita, per sé stesso e gli altri.


MASTER IN CREATIVE ARTS THERAPIES

MASTER IN DEATH STUDIES & END OF LIFE


Consiglio di lettura:

Il grande libro della morte, di Ines Testoni. Ed. Il Saggiatore https://amzn.eu/d/7N339Eq


Libro : Il grande libro della Morte
Libro : Il grande libro della Morte

Vuoi lavorare con me?


Con il progetto "Adolescenza Consapevole" aiuto mamme e papà di ragazzi in preadolescenza a costruire legami profondi che si basano sul reciproco rispetto, fiducia e cooperazione. Lo faccio attraverso percorsi strutturati di parent coaching e percorsi di gruppo o workshop.


Ad aprile ecco gli appuntamenti che non puoi perderti:


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