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Qual è l’elefante nella stanza nella relazione con i tuoi figli preadolescenti? E come affrontarlo davvero?.

Hai mai sentito la frase “c’è un elefante nella stanza”? È un modo di dire che indica un problema grande e ingombrante, così evidente da essere impossibile da ignorare, eppure nessuno ne parla apertamente. Quando si tratta del rapporto con i nostri figli preadolescenti, l’elefante potrebbe nascondersi dietro un tabù emotivo che tante volte ci impedisce di essere davvero onesti: l’incapacità di accettare pienamente i nostri figli per ciò che sono, perché magari speravamo o ci aspettavamo qualcosa di diverso da loro.



Elefante nella stanza
Elefante nella stanza

Indice dei Contenuti


 

1. Introduzione: l’elefante nella stanza

Hai mai sentito la frase “c’è un elefante nella stanza”? È un’espressione che indica un problema grande e ingombrante, così evidente da non poter essere ignorato, eppure nessuno ne parla apertamente. Nel contesto della preadolescenza, questa metafora può rappresentare una tensione emotiva tra te e tuo figlio legata a desideri e aspettative che non trovano voce.

Quando si tratta di genitori di preadolescenti, l’elefante nella stanza emerge spesso dai desideri inconsci di chi sperava in un certo tipo di figlio, magari simile a sé, o comunque in linea con un’immagine idealizzata. Ignorare questo “non detto” rischia di ostacolare la relazione, facendo crescere silenzi, rabbie sommerse e incomprensioni.


2. Le aspettative dei genitori e l’identità del figlio

Le aspettative dei genitori possono essere molto forti: potresti aver immaginato per anni come sarebbe stato tuo figlio, la sua personalità, i suoi interessi, persino i suoi successi. Quando la realtà prende strade diverse, è normale sentirsi spiazzati o delusi. Spesso, dietro a questa delusione, c’è la tendenza a legare l’autostima del genitore ai risultati o al comportamento del ragazzo.

Se tuo figlio mostra di essere diverso da ciò che avevi proiettato, potresti sperimentare frustrazione, paura di aver “fallito” o senso di colpa. I preadolescenti, ahimé, percepiscono questo disagio, anche se non lo esprimi a parole. Di conseguenza, possono iniziare a difendersi o chiudersi, peggiorando quella distanza emotiva che chiameremo, appunto, l’elefante nella stanza.


3. Riconoscere l’elefante: segnali e autoconsapevolezza

Come fare a sapere se stai davvero convivendo con un elefante nella stanza? Ecco alcuni segnali:

  • Fastidio o delusione ricorrenti: ti infastidisce ciò che tuo figlio fa (o non fa) molto più di quanto la situazione richiederebbe.

  • Silenzio carico di tensione: tra te e tuo figlio sembra mancare un dialogo aperto, anche se senti che ci sarebbe tanto da dire.

  • Preoccupazione eccessiva: hai la sensazione costante di “non andare bene” come genitore se tuo figlio non eccelle o non si comporta in un certo modo.

Prendere atto di questi segnali è il primo passo per nominare l’elefante: forse stai chiedendo a tuo figlio di incarnare un’immagine che, nella realtà, non gli appartiene.


4. Come affrontare l’elefante nella stanza

  1. Fai un esame di coscienza sulle tue aspettative: Chiediti apertamente che tipo di figlio sognavi e perché. Stai proiettando su di lui desideri o ambizioni che non hai potuto realizzare? Essere consapevole delle tue motivazioni interne ti aiuta a distinguere i bisogni di tuo figlio dai tuoi.

  2. Cerca un dialogo sincero: Prova a dire: “Mi sono reso conto che forse ti ho fatto percepire di non essere abbastanza. Ti va di parlarne insieme?” Con questa frase, mostri la volontà di metterti in gioco e di ascoltare senza pregiudizi.

  3. Ascolta le reazioni di tuo figlio: Se reagisce con chiusura o rabbia, non forzarlo subito. Dagli tempo e ripeti più volte che sei disposto a capire il suo punto di vista, anche se è diverso dal tuo.

  4. Sii aperto a rivedere il tuo ruolo;: Accettare di avere un figlio “diverso” da come speravi non è un fallimento. È un passaggio evolutivo verso una genitorialità più matura e consapevole. Offri supporto e incoraggiamento in base ai suoi interessi reali, non solo a quelli che avresti voluto per lui.


5. I benefici di un rapporto più autentico

Quando affronti l’elefante nella stanza, liberando tuo figlio e te stessa dal peso di aspettative eccessive, si creano condizioni ideali per una comunicazione più limpida. Tuo figlio smette di sentirsi continuamente giudicato e, di conseguenza, si apre con maggior fiducia.

  • Autostima e sicurezza: un ragazzo che si sente riconosciuto per la sua unicità cresce con una base solida, pronto a sperimentare e a imparare, anche dall’errore.

  • Esempio di coraggio emotivo: vedere che un genitore ammette di aver desiderato qualcosa di diverso, ma sceglie di restare vicino a ciò che il figlio è davvero, insegna a gestire le emozioni in modo maturo.

  • Riduzione dello stress familiare: meno tensioni e più dialogo portano serenità, rendendo il quotidiano più leggero.


 

Esercizio di consapevolezza: trasformare l’elefante in un’opportunità di crescita

Per iniziare a lavorare in modo concreto sull’elefante nella stanza, ti propongo un semplice esercizio di coaching. Prenditi dieci o quindici minuti in un luogo tranquillo, prendi carta e penna (o apri un documento digitale, se preferisci) e prova a scrivere senza censura.

  1. Chiediti quali erano le tue aspettative iniziali:

    • Come immaginavi tuo figlio prima che crescesse?

    • Quali sogni avevi su di lui o lei, e da dove pensi derivassero?

  2. Rifletti sulla realtà attuale:

    • In che modo tuo figlio è diverso da ciò che sognavi o immaginavi?

    • Che sentimenti emergono quando noti queste differenze?

  3. Identifica il tuo elefante:

    • Qual è la “verità scomoda” che eviti di ammettere a te stesso o a tuo figlio?

    • Cosa ti spaventa nell’affrontarla apertamente?

  4. Trova uno spunto di azione:

    • Qual è un primo passo concreto che potresti compiere per parlare di questo elefante con tuo figlio?

    • In che modo puoi mostrargli il tuo desiderio di accettarlo per ciò che è?

Sii onesta, anche se le risposte ti fanno sentire un po’ a disagio. Ricorda che l’obiettivo non è risolvere tutto in un colpo solo, ma cominciare a guardare in faccia quell’elefante che, se ignorato, rischia soltanto di crescere e creare distanza. Scrivere ti aiuta a mettere a fuoco i pensieri, a dare un nome alle emozioni e a intravedere una via di dialogo più sincera. Anche se all’inizio ti sembra faticoso, vedrai che ogni piccolo passo verso la trasparenza rafforza la relazione con tuo figlio e, soprattutto, ti libera dal peso di dover “recitare” un ruolo ideale. Buon journaling!


Conclusioni


L’“elefante nella stanza” non è altro che il riflesso delle aspettative non dette che nascondiamo dentro di noi. Quando iniziamo a dargli un nome e a discuterne apertamente, smette di essere un ostacolo invisibile e diventa un’occasione di crescita. Accettare tuo figlio per la persona che è, e non per quella che sognavi fosse, libera entrambi da un gioco di specchi in cui nessuno vince.

Certo, non è sempre facile, perché significa anche ammettere che la nostra identità di genitori non può dipendere solo dai risultati e dai comportamenti dei figli. Ma è proprio in questo spazio di onestà e di coraggio che la relazione si rafforza: vostro figlio si sentirà amato senza condizioni e tu scoprirai che, spesso, i sogni più belli sono quelli che non avevi programmato. Apri il dialogo, ascolta con il cuore e accogli l’unicità di tuo figlio: sarà come dare un abbraccio a quell’elefante e invitarlo a trasformarsi in un alleato, anziché in un grosso segreto di famiglia.


Se desideri approfondire queste dinamiche e capire come gestire in modo consapevole i conflitti che possono sorgere in famiglia, ti invito a partecipare al Workshop sui conflitti di febbraio. Sarà un’occasione speciale per acquisire strumenti pratici, condividere esperienze con altri genitori e apprendere nuove strategie di comunicazione.Per maggiori informazioni e per iscriverti, visita:www.adolescenzaconsapevole.it/workshop

Ti aspetto per lavorare insieme su un percorso di crescita che renda la relazione con tuo figlio ancora più forte, autentica e armoniosa. Buon cammino!


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